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L'ENEA valuta l'impatto dell'inquinamento sullo stato di conservazione della Reggia di Caserta

L’inquinamento causato da automobili, riscaldamento e industria è tra i principali responsabili del degrado del patrimonio culturale. È quanto ha evidenziato un report ENEA che ha dimostrato gli effetti nocivi dei principali inquinanti dell’aria (ossidi di azoto e PM10) su tre siti patrimonio dell’UNESCO: la Reggia di Caserta, la cattedrale di San Doimo a Spalato (Croazia) e la Residenza di Würzburg (Germania).

reggia Caserta e inquinamento

L’inquinamento causato da automobili, riscaldamento e industria è tra i principali responsabili del degrado del patrimonio culturale. È quanto ha evidenziato un report ENEA che ha dimostrato gli effetti nocivi dei principali inquinanti dell’aria (ossidi di azoto e PM10) su tre siti patrimonio dell’UNESCO: la Reggia di Caserta, la cattedrale di San Doimo a Spalato (Croazia) e la Residenza di Würzburg (Germania). A subire i danni maggiori è la Reggia di Caserta dove si è calcolata per ogni anno, una velocità di corrosione delle superfici superiore al valore target fissato per il 2050 (6,4 micron l’anno), che rappresenta un valore limite se si vuole preservare lo stato di salute della storica residenza reale, meta ogni anno di 700mila visitatori.

Un fattore importante nel determinare le differenze tra i tre siti è rappresentato dalle condizioni meteo-climatiche locali (temperatura, piovosità, umidità relativa) che giocano un ruolo nel potenziare l’aggressività degli inquinanti e, di conseguenza, nell’aumentare la corrosione delle superfici lapidee.  

Il degrado dei materiali del patrimonio culturale dovuto all’inquinamento atmosferico è notevolmente inferiore rispetto a 20-30 anni fa quando l’acidificazione delle piogge e gli inquinanti atmosferici, come il biossido di zolfo, contribuivano all’aumento della corrosione nelle aree urbane. Invece le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) e di particolato PM10 non sono diminuite nella stessa misura, contribuendo al degrado dei monumenti e a un aumento dei costi di restauro e manutenzione.

Lo studio realizzato da ENEA rientra nell’ambito dell’iniziativa “International Cooperative Programme on Effects of Air Pollution on Materials, including Historic and Cultural Monuments (ICP Materials)” della Convenzione UNECE sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a lungo raggio (Air Convention). La convenzione UNECE sull’aria, adottata nel 1979, fornisce uno strumento regionale unico e vincolante attraverso il quale 51 parti dell’Europa paneuropea e del Nord America collaborano per ottenere riduzioni delle emissioni delle principali sostanze inquinanti.

Oltre a causare il degrado dei monumenti, l’inquinamento dell’aria danneggia la salute umana come mette in guardia il report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, che lo definisce il più grande rischio ambientale per la salute in Europa, causa di malattie cardiovascolari e respiratorie che riducono le aspettative di vita e, nei casi peggiori, di decessi prevenibili. Nonostante i costanti miglioramenti, i superamenti degli standard di qualità dell’aria sono comuni in tutta l’UE, con concentrazioni ben al di sopra delle ultime raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In tema di inquinamento atmosferico, ENEA mette a disposizione il sistema MINNI, che produce mappe orarie a 3 giorni delle concentrazioni di inquinanti, in particolare delle polveri sottili, con una risoluzione spaziale che in Italia arriva a 4 km2, le dimensioni di un piccolo Comune.

Ne hanno parlato i quotidiani La Repubblica, Il Mattino, La Stampa e Il Fatto Quotidiano.

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