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Linee guida SNPA sui materiali di riporto rinvenuti nei siti in bonifica: una nuova proposta

Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) ha presentato una proposta di Linee Guida sulla gestione dei Materiali di Riporto (MdR) rivenuti nei siti in bonifica.

ENEA ha contribuito negli anni allo studio di molteplici aspetti legati alla caratterizzazione e risanamento delle matrici ambientali presenti nei siti contaminati.

Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) ha presentato una proposta di Linee Guida sulla gestione dei Materiali di Riporto (MdR) rivenuti nei siti in bonifica. L’iniziativa, valutata nelle sue impostazioni di base e nel suo complesso, è senz’altro molto opportuna poiché, come ricorda la premessa alle L.G., il quadro di riferimento oggi vigente non è sempre facilmente decifrabile ed esistono concrete criticità interpretative a livello normativo. Il legislatore, a partire dal 2012, ha ripetutamente provato a tracciare una disciplina che ne chiarisse le regole di gestione. Purtroppo, anche a causa del carattere estemporaneo di alcune modifiche normative, il quadro che ne è scaturito si presta a diverse interpretazioni. Pertanto e con buon senso, le Linee Guida propongono, "nell’ottica di una semplificazione e di una effettiva ed efficace possibilità di intervenire sulle matrici riscontrate in sito", un approccio congruo, proporzionato e flessibile – nel senso di una valutazione ponderata caso per caso – atteso infatti che quando non sarà possibile utilizzare tutti i criteri proposti, o avere una piena convergenza delle evidenze, "il giudizio conclusivo si otterrà piuttosto attraverso una valutazione di insieme basata sulle evidenze emerse dall’applicazione di specifici criteri di valutazione, in accordo con il modello concettuale del sito". L’aspetto centrale delle L. G. è la valutazione dei MdR articolata in tre fasi: (I) identificazione, (II) campionamento e caratterizzazione, (III) valutazione risultati. Una sintesi di queste fasi è presente nel lavoro di Cappucci e Peres (2023) [1] pubblicato dal Sole 24ore. Lo schema della figura mostra invece la gradualità di interventi in funzione del grado di contaminazione che può essere riscontrato attraverso test di cessione e concentrazioni di contaminazione.

ENEA ha contribuito negli anni allo studio di molteplici aspetti legati alla caratterizzazione e risanamento delle matrici ambientali presenti nei siti contaminati, i quali suscitano un sempre maggiore interesse per il valore intrinseco alla riconversione dei siti industriali, sia dismessi che ancora produttivi. Oltre allo sviluppo di tecnologie innovative per la bonifica di siti contaminati, i vantaggi che possono ottenersi per la transizione ecologica ed energetica appaiono sempre più evidenti (Cappucci et al 2009[2]; 2012[3]; 2015[4]).

 

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